Dietro le quinte di Atelier10 - Silvia Nava di It's Time To Dream

novembre 09, 2017 Atelier10 4 Comments

Presentata come Silvia forse dirà poco a qualcuno, ma se la chiamiamo Delfina allora siamo certi che qualcuno di voi inizierà a capire chi è la persona che andremo ad intervistare oggi. Lei è la ragazza dei cuscini, che da qualche anno ormai fa parte del gruppo di Atelier 10. Ecco a voi Delfina di It's Time To Dream.

Chi sei, cosa fai e dove vivi?
Ciao a tutti io sono Silvia, ma in tanti mi conoscono come Delfina, un soprannome che mi accompagna da quando sono piccola. Abito in provincia di Bergamo e mi occupo principalmente di sviluppo software, la mia occupazione principale, molto distante da quello che poi faccio nel mio tempo libero. Anzi, per essere precisa nelle serate post ufficio.

Quando, come e perchè hai iniziato? Raccontaci la tua storia.
Sono capitata nel mondo dell'handmade per caso, frase che fa sempre un certo effetto ma che non è affatto un modo di dire. Con la scusa di creare un regalo di Natale speciale io e il mio compagno ci siamo avventurati nella creazione di una coppia di cuscini che raffigurava un bassotto. Gli ostacoli sono stati innumerevoli per due che non si erano mai seduti davanti ad una macchina da cucire ma il risultato è stato sorprendente: avevamo tra le mani quello che poi sarebbe diventato uno dei prodotti di punta di It's Time To Dream. Il passo successivo non è stato affatto calcolato, da quel primo prodotto sono nate tante altre richieste di chi lo voleva in diversi colori o con ritratti differenti. Da lì il passo ad aprire senza pensarci uno shop online su Etsy è stato del tutto naturale ma altrettanto incosciente. Dal primo di gennaio 2012 It's Time To Dream accompagna le nostre serate di produzione di cuscini a lume di candela.
 

Da dove trai ispirazione e come nascono le tue creazioni?
L'ispirazione arriva da quello che si ha attorno, da idee che non si capisce come si materializzano in testa come fotografie, io devo per forza appuntarmele da qualche parte prima di dimenticarmene. Succede ogni tanto che mi fermi a pensare con un tazza di tè caldo in mano e lo sguardo perso nel vuoto e mi sento dire "Si sente il rumore delle rotelle fino a qui". Poi ci sono i miei favolosi clienti e che mi sfidano con qualche proposta inedita che a volte si concretizza in un nuovo prodotto. La linea legata alla parola dell'anno è stata proprio concepita dopo un input di qualche ragazza che cercava un modo diverso di visualizzare la sua parola guida dell'anno. Un cuscino si può prendere a pugni senza problemi nei momenti di sconforto creativo ;)
In passato realizzavo oltre ai cuscini anche dei mobile di carta, ora non ne realizzo più, ma in quel momento era molto rilassante e devo molto a quella linea di farfalle di carta bianca. L'ispirazione va e viene, ma anche se i progetti non avranno lunga vita è sempre bello lasciarsi attraversare dalla bellezza.
Che tecniche utilizzi e quali materie prime impieghi per realizzare le tue creazioni?
Io non uso tecniche particolari. La cosa che per me è fondamentale è la qualità dei tessuti. Sia per i cuscini con le scritte dipinte a mano sia per quelli che raffigurano animali il focus deve sempre essere la qualità della stoffa. Se non c'è quella il prodotto non ha motivo di esistere.

Dacci una piccola dritta tecnica o un trucchetto del mestiere da condividere con chi ci legge e si cimenta con la tua stessa tecnica creativa.
Se la stoffa è di alta qualità la casalinga più sfegatata laverà i prodotti in lavatrice e questi usciranno con la stessa forma e dimensione di come sono entrati. Vi assicuro che questo non succede con cuscini di note marche d'arredamento!
 
Come e dove promuovi od esponi le tue creazioni?
Come tutti i creativi anche io devo essere presente su molti canali. Il mio shop ovviamente lo trovate sul portale di Etsy. Poi, soprattutto nel periodo invernale, capita di fare qualche design market e promuovere e produrre i miei prodotti live. Quest'anno parteciperò ad un evento promosso da Etsy nella città di Brescia. Non vedo l'ora perchè amo tantissimo incontrare le persone.

Il contesto in cui vivi ha in qualche modo favorito o influenzato il tuo lavoro?
Sì e no. Sì perchè tutto è partito dall'ambito della famiglia, no perchè le ispirazioni si possono prendere ovunque, soprattutto durante viaggi o nuove esperienze. Non è difficile immaginare un mio laboratorio (cosa che nemmeno ho ora in realtà) in una nuova città calda e piena di sole.

Quali sono i tuoi obiettivi per il futuro?
Continuare a divertirmi, far sorridere le persone, continuare ad investire nuove energie in questo progetto che è come se fosse una mia seconda vita. Diamo tempo al tempo, chissà quale sorpresa mi riserverà il futuro!!
Prova spiegare cosa vuol dire per te la realtà dell'artigianato e dell'handmade, come se parlassi a qualcuno che non si è mai avvicinato a questa realtà.
Per me l'artigianato è una continua scoperta. Ricorrono spesso le parole unicità, cura per i dettagli, amore per il lavoro fatto a mano: il fatto che ricorrano spesso non deve far si che perdano di potenza e importanza. L'artigianato è un modo che deve essere preservato e valorizzato, un modo nel quale molte persone investono e ne fanno un vero e proprio mestiere. Bisogna lasciarsi conquistare dalle persone, dalle storie e dai prodotti, avere una mente aperta e lasciare che la bellezza entrai a far parte del nostro quotidiano.

Cosa significa per te vendere ed acquistare handmade al giorno d'oggi?
Bisogna innamorarsi di chi crede nella sua arte e la porta vanti con tanta determinazione, perché acquistando un prodotto artigianale si comprano tante ore di lavoro e progettazione, ore ad inventarsi fotografi, grafici, commerciali, contabili. Comprando dei prodotti fatti a mano si riconosce il lavoro di una persona che crede in se stesso tanto da andare contro tutti che non può fare a meno di portare bellezza nel mondo. E alla bellezza non si può dire no!
 
Aggiungi se vuoi qualcosa per te importante che non siamo riusciti a chiederti in maniera diretta durante questa intervista
Quello per cui sto combattendo ultimamente e che mi sta molto stretto è questa necessità di "perfezione social" questa apparenza che sembra sia stata messa al primo posto nella scala di valori di molti makers. Io non ci sto.
Non ci sto al profilo Instagram perfetto (e uguale a tutti gli altri) e al prodotto tutto sommato poco curato.
Non ci sto alla foto montata ad arte e ad un'esposizione dal vivo che scosta completamente dall'immagine patinata da social. Io credo nell'essere autentico, nel non mentire a me stessa e al cliente, nel mostrare la realtà di come lavoro anche se la luce per le foto non è perfetta e chiara ma quella della sera, il vero momento in cui lavoro. Io credo nel prodotto curato, pensato progettato e non solo nell'apparenza del prodotto stesso. Questo non vuol dire non curare i dettagli, anzi, è fondamentale, come è fondamentale formarsi, studiare ma mai perdere l'autenticità, mai mettere il prodotto al secondo posto.

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