Dietro le quinte di Atelier10 - Alessandra di Robedalez

settembre 06, 2018 Atelier10 0 Comments

In fatto di abbigliamento ci sono un sacco di ragazze che davvero ci sanno sorprendere. Alessandra è una donna che sa quello che vuole e che utilizza, tra tanti tessuti meravigliosi, dei bellissimi accostamenti di ispirazione etnica. Vi presentiamo Robedalez.

Chi sei, cosa fai, dove vivi
Sono Alessandra, ho lavorato per una decina d’anni come ingegnere ed ora mi occupo di abbigliamento. Vivo a Padova.

Quando come e perché hai iniziato
Cucire mi è sempre piaciuto molto, fin da bambina facevo i vestitini per la Barbie, quando sono nati i miei figli ho cucito cose per loro, ma l’inizio professionale è stato grazie ad un’amica che mi ha chiesto per il suo negozio di preparare una piccola collezione di accessori per la casa e la cucina. Da lì è iniziato tutto, via via ho aggiunto la creazione di accessori in tessuto: borse, zainetti, collane, ora ho terminato da poco un corso per modellista e la mia produzione sta rivolgendosi sempre più verso l’abbigliamento.

Da dove trai ispirazione e come nascono le tue creazioni
L’ispirazione per me può essere in ogni cosa: passeggiare per strada guardando le persone e i loro vestiti, i colori della natura, le architetture, tessuti casualmente vicini sul mio tavolo da lavoro. Ho sempre in borsa un piccolo quaderno, dove annoto particolari che mi colpiscono, ispirazioni improvvise e riferimenti da approfondire. Le richieste dei miei figli poi sono un’altra molla che mi fa provare cose nuove e fare incursioni nel mondo dei teenager.

Che tecniche utilizzi e quali materie prime impieghi per realizzare le tue creazioni
I modelli dei miei accessori e abiti sono ideati e disegnati da me, e sono cuciti con macchina da cucire e tagliacuci, i tessuti che utilizzo sono per lo più cotone, seta, lino, lana. Quando possibile, per gli accessori, mi piace usare materiali altrimenti destinati ad essere dismessi: campionari di tessuti per l’arredamento, rimanenze di lavorazioni di industrie tessili e concerie, tessuti vintage. Qualche anno fa ho avuto una vera e propria folgorazione per i tessuti wax africani, ne amo i colori, le fantasie, e soprattutto le storie che raccontano.

Dacci una piccola dritta tecnica o un trucchetto del mestiere da condividere con chi ci legge e si cimenta con la tua stessa tecnica creativa
Non gettare mai i ritagli di stoffa, anche i più piccoli possono essere riutilizzati per inserti, applicazioni, bottoni ricoperti o, tagliati a striscioline, per impacchettare piccoli regali o le vostre creazioni.

Come e dove promuovi od esponi le tue creazioni
Ho uno shop su Etsy che promuovo sui social network, in particolare Facebook e Instagram, ma mi piace molto il contatto reale con le persone, quindi partecipo spesso ad esposizioni e design market, che mi permettono di conoscere altri artigiani e anche di verificare dal vivo il gradimento dei miei lavori. Inoltre spesso succede che suggerimenti o ispirazioni mi arrivino proprio dalle persone che visitano questi market.

Il contesto in cui vivi ha in qualche modo favorito o influenzato il tuo lavoro?
Certamente: gli studi in ingegneria, anche se ormai lontani, mi hanno lasciato un occhio particolare per la “progettazione” dei miei prodotti, soprattutto nell’ottimizzare le fasi di lavorazione e il consumo di tessuto, o le stesse forme di ciò che disegno. Per quanto riguarda l’organizzazione dei tempi questa è dettata dalle esigenze della famiglia, quindi le ore in cui sono più produttiva sono quelle del mattino, mentre il resto della giornata è dedicato alla gestione (foto, social, Etsy…).

Quali sono i tuoi obiettivi in futuro
La mia produzione ormai ha preso sempre più la direzione dell’abbigliamento, ho seguito in questi ultimi due anni un corso per modellista e voglio fare di questo il centro del mio lavoro. Quindi disegnare e cucire vestiti, che siano studiati nella forma, nella scelta dei tessuti, negli accostamenti, nella funzionalità. La mia intenzione è di lavorare e presentarmi in modo sempre più professionale e, un domani, avere un piccolo laboratorio aperto al pubblico per potermi confrontare anche con la creazione di abiti su misura.

Prova a spiegare cosa vuol dire per te la realtà dell’artigianato e dell’handmade come se parlassi a qualcuno che non si è mai avvicinato a questa realtà
Penso che gli oggetti fatti a mano abbiano un calore ed un significato particolare. Da parte di chi fa artigianato c’è quindi questa responsabilità: entrare a far parte della vita di chi utilizza le nostre creazioni.

Cosa significa per te acquistare e vendere handmade al giorno d’oggi
Direi che proprio per reazione alle produzioni in serie e al consumo di prodotti usa e getta, ci si sta riavvicinando agli oggetti fatti a mano, in piccole quantità, fatti con cura ed attenzione, che possano accompagnare chi li acquista per molto tempo. L’oggetto che stringiamo tra le mani non è più quindi un prodotto ma un pezzo della storia, dell’esperienza, della cura del suo autore, che entra a far parte della nostra vita. Vendere handmade quindi per me è anche contribuire a diffondere questa nuova sensibilità.

Shop online: www.robedalez.etsy.com
Instagram: www.instagram.com/robedalez
Facebook: www.facebook.com/robedalez


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