Dietro le quinte di Atelier10 - Diana Ramírez di ByMamma190

settembre 08, 2016 Atelier10 10 Comments

Un grande bentornato ai nostri lettori dopo la pausa estiva! :) 
Siamo molto contenti di annunciarvi che Atelier10 ha in serbo per voi un anno ricco di appuntamenti con il mondo dell'handmade, ed iniziamo subito già con oggi a presentarvi la prima di una serie di interviste che abbiamo molto a cuore e che vi porteranno a conosce più da vicino proprio i membri stessi di Atelier10. 

Per iniziare abbiamo scelto Diana Ramírez di ByMamma190: ecco a voi cosa ci ha raccontato di lei e della sua realtà lavorativa.


Chi sei, cosa fai e dove vivi? 
Mi chiamo Diana, sono un architetto e una grande amante del cucito. 
Dopo 10 anni come architetto ho cambiato "materiale" di lavoro e sono diventata sarta: ho cominciato a cucire per trovare un'altra strada e fare qualcosa di diverso. Ci ho messo poco a diventare una "sewing addicted". 
Abito a Milano da circa 12 anni ma sono nata in Messico. 

Quando, come e perchè hai iniziato? Raccontaci la tua storia. 
Ho cominciato a cucire in un periodo un po' difficile della mia vita e in questo senso posso dire che il cucito mi ha aperto una nuova strada. 
Quando ho iniziato a cucire la mia prima figlia era nata da poco. La mia famiglia di origine non abitava in Italia, dove ho soltanto mio marito e questa situazione ha fatto sì che la cura delle nostre figlie e la gestione della casa potesse contare solamente sulle nostre forze. All'epoca con il mio lavoro di architetto mi trovavo in una situazione poco stabile e quando cucivo lo facevo per creare con le mie mani una realtà diversa da quella che mi si prospettava. Ad un certo punto ho capito che tutto ciò poteva diventare un lavoro vero e non solo un hobby. 
Il cucito fin da subito è  stato per me uno strumento che non solo mi consente di realizzare creazioni destinate ad altri ma permette uno stile di vita più sostenibile in tutti i sensi, per me e la mia famiglia.


Da dove trai ispirazione e come nascono le tue creazioni? 
Traggo la mia ispirazione principale dalle necessità che sorgono ogni giorno, posso dire che la vita quotidiana è la mia principale fonte di ispirazione. 
Ho sempre voglia di creare vestiti e oggetti adatti ad ogni occasione. Cose di cui veramente abbiamo bisogno e che non ci fanno sentire schiavi ma liberi e felici. 
Le richieste dei miei clienti e delle mie figlie sono sempre un input fortissimo per creare nuovi prodotti. 
Amo collezionare immagini di ogni tipo, di vestiti, persone, oggetti, luoghi. I colori, la luce e l'atmosfera che irradiano queste immagini hanno un'effetto fortissimo su di me. 

Che tecniche utilizzi e quali materie prime impieghi per realizzare le tue creazioni? 
Realizzo sia modellistica che cucito a macchina e a mano. 
Per la modellistica disegno sempre a mano, fino ad ora non ho mai impiegato un software anche se ne avrei la possibilità. 
Per il cucito a macchina utilizzo una macchina da cucire precisa e veloce, e non posso fare a meno di una tagliacuci. Molti dei miei pezzi sono rifiniti a mano. 
Impiego sempre stoffe di ottima qualità, utilizzando spesso lino, cotone e canapa. Adoro le fantasie originali e i colori vibranti. 

Dacci una piccola dritta tecnica o un trucchetto del mestiere da condividere con chi ci legge e si cimenta con la tua stessa tecnica creativa. 
Se vi trovate, per poca stoffa o qualche altro errore, ad avere una lunghezza del vostro capo insufficiente per realizzare un orlo a regola d'arte, usate una fettuccia: cucitela al tessuto, giratelo e procedete nella piega. Anche il nastro a sbieco è un ottimo alleato per orli, maniche e colli. 


Come e dove promuovi od esponi le tue creazioni? 
I miei prodotti si possono acquistare su Etsy. 
La promozione del mio lavoro comprende l'utilizzo dei principali canali social, come Instagram e Facebook, che utilizzo per condividere situazioni sia di lavoro che di vita quotidiana. Trovo che anche Pinterest sia molto efficace.

Il contesto in cui vivi ha in qualche modo favorito o influenzato il tuo lavoro? 
Definitivamente sì. Dovermi occupare direttamente di entrambe le mie figlie ha fatto sì che dovessi organizzare l'intero mio lavoro e i relativi orari in armonia con le loro necessità.  Loro sono importantissime nella mia vita e nel lavoro che svolgo. 


Quali sono i tuoi obiettivi per il futuro? 
Vorrei poter aprire un laboratorio vero e proprio con showroom annesso qui a Milano. Non pretendo certo la conquista del mondo da parte di bymamma190 (haha!) ma semplicemente il piacere di condividere con altri tutto quello che ho imparato in questi anni, e che non solo i miei clienti ma anche altri possano avere l'opportunità di vedere dal vivo la nascita e la lavorazione dei vestiti che indossano. Sarebbe un'occasione unica. 
Ancora meglio sarebbe se non ci si limitasse solo a guardare, ma anche a imparare, perchè no? 

Prova spiegare cosa vuol dire per te la realtà dell'artigianato e dell'handmade, come se parlassi a qualcuno che non si è mai avvicinato a questa realtà. 
Questa è una domanda veramente difficile. Spesso per chi non ne è direttamente coinvolto l'interesse per il mondo dell'artigianato sembra essere poco, cosi come spesso un cliente tende a pensare che il valore degli oggetti risieda semplicemente nel pezzo finale senza riconoscere il valore dell'intero processo di creazione e lavorazione. 
La differenza tra uno stesso oggetto realizzato da artigiani o dalla produzione in serie penso risieda proprio nei metodi di produzione e lavorazione. Un artigiano crea ogni pezzo uno alla volta, dall'inizio alla fine, rendendo proprio e unico ogni singola creazione. Un oggetto creato in serie non appartiene propriamente a nessuno e durante la sua produzione passa attraverso diverse mani prima di essere ultimato. 
E' triste ad esempio pensare che nessun lavoratore dell'industria della moda realizza un unico capo partendo da zero, non si può dire che conosca davvero il frutto del suo lavoro dato che spesso si dedica per ore e ore a una sola attività parte dell'intero processo di produzione. Ad esempio chi assembla colli di camicie non realizza altro e spesso non conosce il capo finito che gli è passato tra le mani. 
E' riduttivo pensare che gli artigiani siano coloro che realizzano tutto "handmade". Tutto quello che abbiamo attorno è stato fatto a mano, senza mani non ci sarebbe niente. 

Cosa significa per te vendere ed acquistare handmade al giorno d'oggi? 
Nell'industria dell'abbigliamento, partendo del modo in cui produco, vuol dire acquistare un capo che non ha obsolescenza programmata, anzi, potrebbe avere una ricca e lunga vita, e potrebbe vestire non un'unica persona ma tante altre. A partire dei materiali e del processo di lavorazione, si tratta di pezzi fatti bene, "come una volta". Nel mio caso si tratta anche di abbigliamento "fuori moda", che non corrisponde a un'epoca precisa, ma creato per andare oltre il proprio tempo. Si tratta anche di pezzi personalizzati, fatti su misura per ogni singolo cliente. 
Quando acquisto "handmade" cerco proprio oggetti di cui ho bisogno ed evito il superfluo. Dato che si tratta di oggetti che veramente mi servono, voglio che siano durevoli e di buona qualità: al giorno d'oggi è raro trovare oggetti che rispondano a queste qualità e considerando che molti dei materiali impiegati sono di difficile smaltimento nell'ambiente penso che oggigiorno avrebbe ancora più senso comprare e produrre oggetti durevoli.




Per concludere e dare una piccola anticipazione ai nostri lettori sulla prossima intervista dedicata ai membri di Aterlier10, ti chiediamo chi vorresti fosse intervistato dopo di te.
Silvia di Mammabook, perchè mi piacciono particolarmente il suo lavoro e le sue creazioni :)

Ringraziando Diana per la sua disponbilità, vi diamo appuntamento alla prossima intervista!

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