Dietro le quinte di Atelier10 - Silvia Paparella di Mammabook

ottobre 06, 2016 Atelier10 3 Comments

Buongiorno lettori! Oggi vi presentiamo la seconda intervista dedicata ai membri di Atelier10: conosciamo insieme Silvia di Mammabook!

Chi sei, cosa fai e dove vivi?
Mi chiamo Silvia Paparella e nella vita dipingo miniature, disegno e traduco. Sono originaria della toscana, anche se la vita mi ha portato a trasferirmi spesso in Italia e all’estero. Da un paio di anni vivo nella verde Friburgo, nel sud della Germania.


Quando, come e perchè hai iniziato? Raccontaci la tua storia.
Mi è sempre piaciuto disegnare, anche se per anni mi è mancato il coraggio per fare della mia passione un lavoro. Poi cinque anni fa mi sono ritrovata in un paese di cui non conoscevo la lingua, con un bambino piccolo; la calma inaspettata mi ha permesso di rimettere a fuoco i miei obiettivi. Ho ripreso la penna in mano e non solo quella, sperimentando sono arrivata a scoprire la pittura dei sassi, mia grande passione.

Da dove trai ispirazione e come nascono le tue creazioni?
Le idee non mancano mai, e mi arrivano soprattutto dalla natura (che qui certo non manca), da quel che leggo (in particolare i classici) e dai disegni dei bambini, perché riescono sempre a trovare combinazioni inaspettate. Le mie creazioni sono schizzi che prendono poi forma su materiali semplici e naturali come pietre, conchiglie, carta o legno.


Che tecniche utilizzi e quali materie prime impieghi per realizzare le tue creazioni?
Quel che non può mancare sul mio tavolo da lavoro sono dei pennelli sottilissimi, almeno un tubetto di colore e un bicchierone di acqua calda. E poi carta, matite acquerellabili e gomma pane. E ancora sassi bellissimi, di varie forme e colori, e gusci di lumaca, e ultimamente persino ago e filo. Il mio tavolo da lavoro con i suoi accostamenti imprevisti è già di per sé una ricca fonte di ispirazione.

Dacci una piccola dritta tecnica o un trucchetto del mestiere da condividere con chi ci legge e si cimenta con la tua stessa tecnica creativa.
Non avere fretta, perché quando si lavora in miniatura è facile rovinare tutto con una pennellata fuori posto. Capitano giornate no, in cui si fanno solo sbaffi, i colori non si abbinano e la testa non funziona. Allora lascio perdere tutto e vado a farmi una passeggiata nel bosco. Funziona.


Come e dove promuovi od esponi le tue creazioni?
Per ora l’esposizione e la promozione di Mammabook è limitata al settore online perché i miei bambini sono ancora piccoli e non posso essere flessibile quanto vorrei. Questo non vuol dire che non dedichi abbastanza tempo al mio lavoro: sono sempre in costante ricerca e evoluzione, e inoltre mi dedico sempre in prima persona alla presentazione al pubblico tramite scrittura e fotografia.

Il contesto in cui vivi ha in qualche modo favorito o influenzato il tuo lavoro?
Sicuramente il fatto di vivere in una città così bella e verde influenza moltissimo il mio lavoro. All’inizio le mie creazioni erano di pura fantasia, mentre ora mi capita sempre più spesso di trarre ispirazione da quel che mi circonda. Inoltre vivere a Friburgo mi permette di frequentare persone di tanti altri paesi, è veramente stimolante.


Quali sono i tuoi obiettivi per il futuro?
Vorrei affiancare l’attività online a quella locale, trovare uno spazio per esporre e magari anche vendere. Inoltre sto cercando di ritagliarmi il tempo per dipingere, sempre con dettagli in miniatura, pezzi molto più grandi, da mostrare al pubblico.

Prova spiegare cosa vuol dire per te la realtà dell'artigianato e dell'handmade, come se parlassi a qualcuno che non si è mai avvicinato a questa realtà.
L’handmade è un mondo che ci è stato tolto dalle mani e che abbiamo deciso di riprenderci. Io sono cresciuta negli anni in cui il fatto a mano veniva prepotentemente svalutato in favore della praticità, dell’economia, delle marche. Ci siamo ritrovati con troppe cose, di cui molte brutte, con vestiti cui noi dovevamo adattarci, oggetti di cui non conoscevamo la provenienza. Non poteva durare, e sono grata di fare parte di questa controcorrente che riscopre la manualità e riempie le vite in maniera più autentica.


Cosa significa per te vendere ed acquistare handmade al giorno d'oggi?
Per me significa soprattutto due cose: sostenibilità e unicità. Dobbiamo produrre meno e meglio, tornare ad avere tra le mani oggetti che durano e che hanno un significato, che siano stati scelti con consapevolezza. L’unicità poi è la qualità intrinseca dell’handmade: i prodotti fatti a mano non sono mai identici, e si tratta sempre di esemplari unici o in numero limitato. Ogni cliente è una persona irripetibile e si merita qualcosa che parli veramente di sé.

Aggiungi se vuoi qualcosa per te importante che non siamo riusciti a chiederti in maniera diretta durante questa intervista
Vorrei ringraziare per l’opportunità che mi è stata data con questa intervista e, visto che abbiamo parlato di handmade, vorrei sottolineare quanto sia importante uscire dal guscio e lavorare in comunità. Siamo tutti piccoli produttori ma abbiamo la fortuna di avere a disposizione una tecnologia tale da poter collaborare e sostenerci a migliaia di chilometri di distanza. E lo stesso può fare il pubblico, aiutando a far conoscere il fatto a mano e la sua filosofia. È importante. Le lunghe distanze si coprono a piccoli passi.

Shop on line: www.Mammabook.etsy.com

Per concludere e dare una piccola anticipazione ai nostri lettori sulla prossima intervista dedicata ai membri di Aterlier10, ti chiediamo chi vorresti fosse intervistato dopo di te.
Con Gioconda di Pupillae ho un rapporto speciale: lavoriamo insieme, anche se a distanza, e ogni anno ci incontriamo per creare dei pezzi unici mettendo insieme le nostre arti. È una persona ispirata e ispirante, e i suoi lavori sono incredibili.

Ringraziando Silvia vi diamo appuntamento al prossimo appuntamento con i membri di Atelier10!

3 commenti:

  1. Grazie mille per questa opportunità, Atelier!

    ...e poi è proprio stimolante rispondere alle interviste, quando le domande sono interessanti!

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