Dietro le quinte di Atelier10 - Cristina di Crasty Craft

Freddo. In questo ultimo mese il freddo ha attraversato e coperto tutta l'Italia senza tregua. Cristina oggi porterà con sè un caldo abbraccio per tutti noi, raccontando la sua storia e abbracciandoci con i tuoi caldissimi prodotti. Buona calda lettura.

Chi sei, cosa fai e dove vivi?
Sono Cristina, sono un'architetto con la passione del knitting!! Abito in un piccolo paese nella provincia di Pisa, in Toscana. Amo trascorrere il mio tempo libero all'aperto, a contatto con la natura, mi piace passeggiare, scoprire cose nuove! Sono sempre stata una fanatica dell'organizzazione, ma soprattutto da quando (quasi 7 mesi fa) sono diventata mamma il mio motto è diventato: organizzare o morire!
Quando sei incinta pensi che il bambino in arrivo ti stravolgerà la vita, ma in realtà non immagini davvero quanto finché non lo hai tra le braccia! Divoro serie tv e sono perennemente alla ricerca del bello!

Quando, come e perchè hai iniziato? Raccontaci la tua storia.
CrastyCraft nasce prima di tutto dalla mia passione per la creatività e dalla mia vocazione per i lavori manuali: fin da piccola riempivo la mia famiglia con tante piccole creazioni fatte con i ferri o cucite!
Con la nascita del mio primo nipotino ho ripreso in mano gli attrezzi del mestiere, che erano stati messi da parte per un po' di tempo, per realizzare una copertina: volevo regalare qualcosa che fosse fatto con le mie mani e che restasse come ricordo... in quel momento è scoccata la scintilla che ha orientato tutta la mia voglia di fare in un'unica direzione: realizzare abbigliamento e accessori per donne e bambini! Dare l'opportunità alle persone di poter personalizzare i propri capi, di acquistare pezzi di qualità senza tempo che durino una vita mi è sembrato un messaggio "spacca regole" nell'epoca del consumismo e della globalizzazione!
Mi piacciono le cose semplici ma con carattere, mi piace essere semplice ma efficace: uno stile minimal chic, ma con dettagli boho che rendono unico ogni pezzo. Sono molto attenta nella scelta dei materiali da utilizzare, privilegio materiali naturali e grezzi, voglio salvaguardare l'eticità del mio lavoro. Sicuramente l' architetto che è in me si rispecchia molto nelle mie creazioni, soprattutto nell'attenzione al dettaglio e nella vocazione per il bello.

Da dove trai ispirazione e come nascono le tue creazioni?
Principalmente mi faccio ispirare dalla mia vita quotidiana: una donna giovane con dei bambini e che lavora, a cui piace spostarsi a piedi o in bici... riuscire a trovare uno stile che non sia uguale a mille e che rappresenti la mia personalità decisa senza risultare appariscente coniugando comodità e versatilità, è la mia missione! Quando penso ad un nuovo pezzo passo molto tempo a perfezionare il design, poi passo ai dettagli, sempre fondamentali e dopo sperimento per un po' di tempo quello che ho creato su me stessa, per essere sicura che funzioni: pochi pezzi ma buoni!

Che tecniche utilizzi e quali materie prime impieghi per realizzare le tue creazioni?
La scelta dei materiali per me è importante: utilizzo solo filati di qualità, puri e quanto più possibile naturali. I capi invernali ad esempio sono realizzati con un filato misto lana e alpaca: quest'ultima è rinomata per la sua leggerezza, per le sue caratteristiche termiche e per quella particolare sensazione al tatto, simile alla seta, inoltre è priva di lanolina, non infeltrisce e non provoca allergie, quindi è perfetta anche per i più piccoli. L’Alpaca è l’unico animale al mondo che produce lana in una grandissima varietà di colori: oltre 22 colori naturali; la sua fibra è tre volte più resistente, sette volte più calda e molto più morbida e leggera di quella di pecora!

Dacci una piccola dritta tecnica o un trucchetto del mestiere da condividere con chi ci legge e si cimenta con la tua stessa tecnica creativa.
Ormai il knitting sta prendendo sempre più piede, ma ciò non significa che non si possa comunque essere originali... personalmente credo che si debba sfruttare e trarre spunto da tutte le occasioni possibili, bisogno fare rete, aiutarsi e lasciarsi ispirare dalle altre creative per poi trovare la propria unicità!

Come e dove promuovi od esponi le tue creazioni?
Al momento le mie creazioni sono disponibili nel mio negozio online su etsy (www.crastycraft.etsy.com) e in alcuni negozi in Italia; ma quest'anno CrastyCraft ha in programma di ampliarsi, quindi: stay tuned!

Il contesto in cui vivi ha in qualche modo favorito o influenzato il tuo lavoro?
Come già detto sicuramente la mia formazione da Architetto ha influenzato molto la mia creatività e la mia progettualità: la voglia di progettare, di creare, di immaginare anche i più piccoli dettagli!

Quali sono i tuoi obiettivi per il futuro?
Quest'anno ho intenzione di ampliare il mio marchio, di provare a fare il salto di qualità che credo il mio lavoro meriti, quindi tra i miei obiettivi c'è sicuramente quello di far crescere la mia attività come si deve e come merita. Voglio ampliare la selezione di abbigliamento, soprattutto per i bambini e in un futuro un po' più lontano vorrei creare una linea anche per gli amici a quattro zampe, chissà!

Prova spiegare cosa vuol dire per te la realtà dell'artigianato e dell'handmade, come se parlassi a qualcuno che non si è mai avvicinato a questa realtà.
Direi che il modo più efficace per descrivere la realtà dell'handmade sia sintetizzare 5 aspetti positivi che credo la caratterizzino:
1. hai una garanzia di qualità;
2. Hai garanzia dell’unicità del prodotto, che spesso viene fatto appositamente per te;
3. Puoi richiedere personalizzazioni e cambiamenti che possano rendere veramente tuo l’oggetto;
4. Hai un prodotto che vale esattamente il lavoro che c’è dietro (dai materiali, alla manodopera) e sai che hai valorizzato la creatività di qualcuno;
5. Dietro al prodotto c’è un volto, ci sono delle mani, c’è un’anima creativa, con cui hai anche la possibilità di instaurare un rapporto!

Cosa significa per te vendere ed acquistare handmade al giorno d'oggi?
Da parte di chi acquista credo che si riconduca tutto ad una scelta consapevole.
Scelta Consapevole perché, quando si acquista qualcosa non lo si dovrebbe fare solo perché quell’oggetto ci piace, è di marca, è conveniente, etc.. ma bensì perché abbiamo la percezione, o la conoscenza, di quello che c’è dietro quel prodotto, e che quindi scegliamo consapevolmente di mettere nel carrello, virtuale o fisico che sia! Significa avere a cuore la sostenibilità ambientale, sociale ed economica, significa dare un giusto valore al lavoro delle persone, salvaguardare l'ambiente e comprare qualcosa che può durare nel tempo! Dall'altra parte vendere handmade permette di instaurare un rapporto diverso con i clienti, significa entrare un po' in casa loro, nel loro armadio, grazie anche alla possibilità di personalizzare i capi e renderli unici!
Mi piace pensare che "l’artigiano non venda oggetti, ma esperienze d’acquisto"











Dietro le quinte di Atelier10 - Valentina di Valentina Rivelli

Felice 2019 a tutti quanti. Com'è cominciato per voi questo nuovo anno? Per tutti questo è un lento momento di ripresa, dove tutto ricomincia. Che fine hanno fatto i vostri buoni propositi per quest'anno?
Noi ci stiamo impegnando per realizzarli, tenedo fede alle cose in cui crediamo: creativià, qualità, unicità, amore per i dettagli e tanto altro ancora. Il 2019 parte alla grande all'insegna di tutte queste qualità: vi presentiamo la storia di Valentina, del suo dottorato in Olanda, ma il resto ve lo lasciamo scoprire da soli.

Chi sei, cosa fai e dove vivi?
Mi chiamo Valentina Rivelli, sono originaria di Matera ma vivo a Milano. Creo gioielli, nasco come orafa ma mi sto specializzando in incisione.

Quando, come e perchè hai iniziato? Raccontaci la tua storia.
In realtà ho un background scientifico alle spalle. Dopo un dottorato di ricerca in Olanda sono rientrata a Milano, ho lavorato per un periodo nella ricerca e poi sono passata ad una ditta privata dove tuttora lavoro come tecnico analista di laboratorio. Questo lavoro, sebbene mi piaccia e sia la naturale prosecuzione dei miei studi scientifici, non mi rispecchia del tutto, non mi rappresenta completamente. Nonostante il mio percorso di studi scientifico ho sempre avuto una propensione per tutto ciò che è libera espressione.

Da dove trai ispirazione e come nascono le tue creazioni?
Sono una sostenitrice del pensiero visivo, probabilmente perchè ne sono affetta; più che concentrarmi sui numeri e sulle parole tendo ad esprimere le idee per immagini. Probabilmente è per questo che la prima forma d'arte che mi ha appassionata è stata la pittura. O forse perchè ho avuto una nonna pittrice XD. Fatto sta che le immagini sono il mio linguaggio, anche nei gioielli che creo i richiami alla pittura sono sempre presenti. Il mio processo creativo parte sempre da un'immagine, questa è in genere il risultato di un sentimento, uno stato d'animo. Da li poi procedo a svilupparla in maniera diversa a seconda che stia creando un gioiello o che stia facendo un'incisione.

Che tecniche utilizzi e quali materie prime impieghi per realizzare le tue creazioni?
Lavoro principalmente con rame e argento. Il primo lo uso quasi esclusivamente per realizzare delle incisioni, il suo colore caldo è perfetto per far risaltare un ornato. L'arte dell'incisione sta piano piano scomparendo ed è un peccato vero. Credo che qualsiasi pezzo di gioielleria, per quanto semplice o banale sia, una volta inciso acquisti una dignità e una unicità tutta sua, l'incisione lo porta ad un altro livello.

Dacci una piccola dritta tecnica o un trucchetto del mestiere da condividere con chi ci legge e si cimenta con la tua stessa tecnica creativa.
Per quanto riguarda l'incisione ho due consigli: il primo è proteggersi SEMPRE! I ferri sono molto affilati e specie all'inizio ci vuole un attimo a farsi male, quindi garze protettive per le dita sempre! Il secondo è di non perdere fiducia. L'incisione a bulino è una tecnica difficile, riuscire a controllare bene i ferri richiede tanta pratica e se non si incide per un po' si tende a perdere la mano, detto questo, nonostante la pratica e l'esperienza, capita sempre che un ferro sfugga e che si commetta qualche errore, laddove non è possibile correggere bisogna imparare a lavorare con quell'errore, magari a valorizzarlo e farlo diventare qualcos'altro di non previsto.

Come e dove promuovi od esponi le tue creazioni?
Instagram è il mio canale di promozione preferito! Vendo principalmente online, ho fatto contovendita in alcuni negozi di Milano, ma non sempre è facile, almeno per me, in seguito ad alcune brutte esperienze, per sentirmi a mio agio con il contovendita ho bisogno di trovare una persona di cui fidarmi. I mercatini sono un'altra cosa che mi piace fare, purtroppo avendo un lavoro full time faccio fatica ad avere stock sufficiente per farne tanti quanti vorrei, ma è qualcosa che sicuramente nel 2019 vorrei fare di più! Uscire dal mio piccolo laboratorio ed incontrare le persone che comprano e indossano i miei pezzi è impagabaile!

Il contesto in cui vivi ha in qualche modo favorito o influenzato il tuo lavoro?
In qualche modo si, è proprio il contesto in cui vivo che mi influenza maggiormente. Ho sempre sentito l'urgenza di creare, quando non trovavo il modo di farlo stavo male e allo stesso modo quando stavo male la necessità di esprimere la mia creatività diventava un'urgenza. Albert Einstein diceva "La Creatività nasce dall’angoscia, come il giorno nasce dalla notte oscura". Questa frase mi rispecchia totalmente, sono i momenti di difficoltà che, nel mio caso, portano ad una riflessione che la Creatività poi trasforma in un'idea. Quanto più il contesto mi è ostico tanto più la mia produzione artistica aumenta.

Quali sono i tuoi obiettivi per il futuro?
Vorrei continuare a studiare, l'incisione è una tecnica poco conosciuta e difficile da imparare da autodidatta, i maestri incisori si contano sulle dita di una mano e l'ambiente dell'oreficieria non è dei più semplici, il più delle volte c'è poca condivisione, ogniuno tende a tenere i trucchetti imparati con l'esperienza per sè. Vorrei anche riuscire a ritagliarmi più tempo per incontrare i miei clienti, vorrei davvero poter parlare con loro, per questo uno degli obiettivi per il 2019 è riuscire a fare più mercatini.

Prova spiegare cosa vuol dire per te la realtà dell'artigianato e dell'handmade, come se parlassi a qualcuno che non si è mai avvicinato a questa realtà.
Handmade per me vuol dire unicità. Vuol dire donare un pezzo di sè a qualcuno, che si tratti di pittura, oreficiera, scultura... Dietro ogni pezzo c'è una storia, chi l'ha creato l'ha realizzato perchè spinto da qualcosa, da una riflessione, da un pensiero, da un'esperienza. Ti regalo una mia esperienza, un'esperienza che è stata trasmutata in qualcos'altro. Cambia la forma, non l'emozione.

Cosa significa per te vendere ed acquistare handmade al giorno d'oggi?
Al giorno d'oggi, mentre galoppiamo verso l'omologazione, acquistare o vendere handmade significa distinguersi. Fare uno sforzo per trovare qualcosa che sia per te e solo per te, che ti rappresenti. La diversità e l'unicità che contraddistingue ogni individuo è un valore prezioso, l'handmade celebra questa diversità.



#Slowgift - Una storia di Atelier10

Quando mi chiedono cosa significhi per me regalare handmade, mi viene sempre in mente lo stesso esempio. Hai presente quando sei adolescente e il tuo ragazzo si presenta il giorno di San Valentino con un tubo di cioccolatini comprati dal benzinaio, perché si è ricordato che giorno era all’ultimo momento, perché quello è quel che regalano tutti e, onestamente, perché non gliene frega assolutamente niente della festa ma non ti vuole di cattivo umore? Bene.

Il regalo handmade è l’esatto contrario.
Photo Credits: PetiteFraise Jewelry
Qualche giorno fa è partita sulle varie piattaforme di Atelier 10 la campagna #slowgift, per promuovere l’importanza di scegliere un regalo handmade.Quest’articolo nasce dalle tante voci dei creatori di Atelier (magari fosse tutta farina del mio sacco!) e no, non sono sempre le solite storie…
…il discorso più bello, che è poi quello che da il nome a tutta la campagna, è il discorso sul tempo. Ve lo ricordate, il tempo? Quella cosa che vorremmo avere e non abbiamo mai, quella cosa inafferrabile che chissà dove va a finire e che ci rende tanto tristi quando passa, specialmente se non siamo riusciti a farne quel che sognavamo. Già, ma cosa c’entra l’artiginato?
Photo Credits: Tutto Si Crea

Tutta la produzione artigianale si basa sul tempo: i tempi di produzione più lunghi, la (lunga!) storia di apprendimento, di fallimenti, di ricerca e di ispirazione, le consegne più lente (anche noi litighiamo con le poste!), le notti in bianco, le ore spese a cercare di capire i media, le tasse, la partita iva, il tempo ‘perso’ ai banchetti, a fare foto, a cercare di raccontarci.
Photo Credits: Pupillae - Art Dolls

E non è tutto, per scegliere un oggetto handmade è importante che anche tu, cliente, ‘perda’ tempo: bisogna rallentare per cercare il regalo giusto, girare i mercatini e fare ricerche online, pensarci per tempo, meditare, mettere idee sul piatto e ‘correre il rischio’ di farsi realizzare qualcosa su misura. Non lo faresti per una persona qualunque, giusto? Pensa a quanto valore aggiunto c’è, in una cosa donata così!

Siamo una società di persone piene, pienissime, di cose che non ci ‘dicono niente’, compriamo spesso come forma di antistress, compriamo cose perché costano poco e non perché ci piacciono davvero. Lo spazio per accumulare non basta mai, fatichiamo a trovare noi stessi e a lasciarci andare. Lo sappiamo che non funziona, e forse è davvero tempo di scendere dalla giostra. Un passo alla volta, proviamo a cominciare dai regali importanti.
Photo Credits: Reef Knot Home

Il regalo handmade è una filosofia, una forma di libertà. Sei tu con le tue emozioni che scegli, non il mercato. Quante volte ti è capitato di buttare via una cosa fatta a mano? Sembra buffo, ma non succede quasi mai. Perché quella non è una cosa qualunque, ha una storia che è cominciata prima di te, e poi la storia di come è finita tra le tue mani, tutta una rete di relazioni e emozioni che fanno ormai parte di te... perché dovresti lasciarla andare?

Già ti ho convinto, e nemmeno ho ancora parlato di tanti altri i valori positivi che una creazione fatta a mano porta con sé. La moralità dell’acquisto handmade, il fatto di sapere chi l’ha fatto e come l’ha fatto, l’ecosostenibilità. La qualità dei materiali e della lavorazione, la promozione delle relazioni umane (non sono certo l’unica che si scambia gli auguri con le sue clienti!), il sostegno alle piccole produzioni locali.

Inutile provare, un regalo artigianale non è affatto la stessa cosa.
Photo Credits: Telltale Design

Quest’anno prova a regalare dei valori, e ancora di più, prova a regalare del tempo. E speriamo che quella piccola cosa tanto pensata e cercata sia contagiosa, e che inviti le persone a cui tieni a rallentare e a trovare il tempo per le cose importanti. Tempo per chi ami, per nutrirsi e rinnovarsi.

Regalare un prodotto artiginale vuol dire ‘ti voglio bene’. E noi auguriamo a tutti di saper leggere questo messaggio segreto scritto in piccolo e nascosto nei più bei dettagli dei nostri prodotti.




Selezione curata per Atelier10  
da Silvia di Mammabook
Silvia è illustratrice e dipinge miniature su pietra. Qualche mese fa è uscito il suo primo libro Il mio Libro degli Amici, in collaborazione con Valentina Cavalli. Collabora con varie aziende locali per creare materiali da promozione illustrati (mappe, loghi, etichette). Per conoscerla meglio, vi invitiamo a leggere la sua intervista nel nostro blog.

Dietro le quinte di Atelier10 - Elena di LeBambinediCaldalana

Che ne dite di finire questo 2018 con un racconto che è quasi una coccola per la dolcezza e la delicatezza delle sue creazioni? Questa è la storia di Elena di LeBambinediCaldalana. Buona lettura a tutti voi.

Chi sei, cosa fai e dove vivi?
Sono Elena Ribolzi, creo delle piccole poesie di lana e vivo in Piemonte.


Quando, come e perchè hai iniziato? Raccontaci la tua storia.
Ho sempre amato l’Arte nelle sue molteplici forme e nel tempo ho sperimentato varie tecniche. Tuttavia per molti anni l’ho riposta in un cassetto facendo lavori decisamente poco creativi. Durante un percorso di crescita personale mi è stato consigliato di approfondire la filosofia Waldorf, e di frequentare il corso di pedagogia per insegnanti che mi ha stimolato a “riaprire il famoso cassetto” chiuso da anni. Ho conosciuto così la lana cardata che ho imparato a lavorare da autodidatta spinta da una frizzante curiosità che nel tempo si è trasformata in vera e propria passione. Dopo innumerevoli tentativi, i buffi batuffoli di lana hanno preso forma e carattere e sono nate “LeBambinediCaldalana”. Il loro viso appena abbozzato funge da specchio, permette di liberare la fantasia immaginandone la fisionomia e aiuta ad entrare in contatto con il bambino che custodiamo nell’anima. Per questo si chiamano “bambine” e non “bambole”, mi piace immaginarle come dei piccoli semini in grado di far germogliare la tenerezza nei cuori.

Da dove trai ispirazione e come nascono le tue creazioni?
L’ispirazione maggiore la colgo nella Natura, ogni suo aspetto mi emoziona e stimola nuove idee, così come respiro aspetti poetici nei semplici gesti quotidiani, nella musica o nelle favole. Nell’ispirazione visualizzo la composizione già finita, è la creazione stessa che sembra guidare le mie mani per darle forma e vita.


Che tecniche utilizzi e quali materie prime impieghi per realizzare le tue creazioni?
Sono sempre alla ricerca di materiali preziosi con cui creare, e dedico molto tempo e cura a questo aspetto. Il mio desiderio maggiore è che le mie creazioni trasmettano amore, per questo il materiale con cui le realizzo non può che essere cruelty free. La pregiata lana con cui sono fatte è biologica ed è tinta con colori naturali. Utilizzo diversi filati in base alla morbidezza che mi serve per un determinato particolare ed infeltrisco tutto a secco e con il calore delle mani. Spesso accompagno le creazioni con elementi in legno e fil di ferro oltre a scovare nei mercati dell’antiquariato piccole preziosità: un vecchio slittino, una bicicletta, dei cristalli antichi, dei pizzi rari e raffinati, delle lettere d’amore scritte in quella poetica calligrafia di un tempo...

Dacci una piccola dritta tecnica o un trucchetto del mestiere da condividere con chi ci legge e si cimenta con la tua stessa tecnica creativa.
La lana è un materiale bellissimo ma non è particolarmente duttile, non ci sono trucchi o scorciatoie che consentano di arrivare in fretta al risultato sperato, il processo stesso della lavorazione obbliga alla riflessione e alla calma. È importante usare gli strumenti giusti, ma soprattutto è la padronanza della tecnica che fa la differenza e che si acquista solo dopo innumerevoli tentativi ed esperimenti. Tuttavia la bellezza della lana è che prende la forma dell’interiorità di chi la modella e, a prescindere dal risultato finale, il semplice fatto di manipolarla è arte terapia allo stato puro. 


Come e dove promuovi od esponi le tue creazioni?
La mia vetrina principale è internet, ”LeBambinediCaldalana” sono presenti su tutti i principali social e questo mi permette di raggiungere ogni luogo del mondo. Di tanto in tanto partecipo ad eventi selezionati e alcune creazioni sono esposte in negozi e ristoranti ricercati. Nel mio Atelier, previo appuntamento, amo accogliere e chiacchierare con chi desidera conoscere le mie creazioni.

Il contesto in cui vivi ha in qualche modo favorito o influenzato il tuo lavoro?
Sono nata e cresciuta in un paesino del Piemonte, ai piedi di un fiabesco castello medioevale, che si erge su lievi colline ed è incorniciato da una catena montuosa il cui profilo ricorda una bella donna dormiente. Tutt’intorno si alternano boschi, prati, campi, piccoli laghi e fiumi. Questo paesaggio fa da sfondo alla mia colorata e romantica fantasia. Avere la natura a portata di sguardo è sicuramente un ingrediente fondamentale per me che son sempre con la “testa tra le nuvole”.


Quali sono i tuoi obiettivi per il futuro?
L’obbiettivo principale è quello di migliorarmi sempre, affinando la tecnica e creando opere sempre più uniche e originali in modo da poter toccare più cuori possibili. In questo momento ci sono molte cose che “bollono in pentola” e non vedo l’ora di potervele presentare.

Prova spiegare cosa vuol dire per te la realtà dell'artigianato e dell'handmade, come se parlassi a qualcuno che non si è mai avvicinato a questa realtà. 
Negli ultimi anni stiamo assistendo ad uno splendido movimento che vede il ritorno della figura dell’artigiano e la riscoperta di tradizioni e competenze accantonate dalla frenesia e velocità dell’era moderna. Dalla produzione seriale si ritorna ad apprezzare un lavoro capace di dare qualità e valore al tempo necessario per creare oggetti unici. Ora il vento sta nuovamente cambiando, c’è un ritorno alla ricerca del bello e delle cose che hanno una luce propria. Gli artigiani oggi, cavalcando il web, stanno creando nuove sinergie miscelando gli antichi mestieri alle nuove tecnologie che permettono di entrare nelle loro botteghe con un semplice click da ogni parte del mondo, dando così la possibilità a tutti di avere tra le mani qualcosa creato ad arte e su misura dei propri desideri.
 

Cosa significa per te vendere ed acquistare handmade al giorno d'oggi?
Acquistare handmade è una scelta etica e consapevole. Significa riconoscere il valore dell’unicità, della tradizione e dell’arte manuale, educare alla qualità e non alla quantità.

Aggiungi se vuoi qualcosa per te importante che non siamo riusciti a chiederti in maniera diretta durante questa intervista
L’importanza di non rinunciare mai ai propri sogni e ancor più è fondamentale il coraggio di riaprire i cassetti chiusi. L’Arte è un ottimo mezzo per fare un viaggio alla scoperta di se stessi, essere autentici è il nostro scopo primario.

Sito: www.lebambinedicaldalana.com

Atelier10 Cover Products - 2018 November


Il Natale è alle porte e cosa è meglio di una speciale mini selezioni di prodotti tutti targati Atelier10?
Partiamo senza tergiversare.

Handmakers' Brunch - Il tavolo dei creativi #16: Atelier10 presenta Bottega Orto del Re


Siamo arrivati al sedicesimo Handmakers' Brunch, ne abbiamo fatta di strada insieme. Il 2018 di conclude con la storia di una ragazza, quello che si dice un'artista "a tutto tondo". Non vogliamo rubarvi tempo prezioso e vi lasciamo immergere nella storia di Graziana e della sua Bottega Orto del Re.


Chi sei, cosa fai e dove vivi?

Mi chiamo Graziana, trent'anni tra un mese (argh!) e sono un'attrice teatrale. Vivo ad Agrigento ancora per due settimane, dopodiché mi ritrasferirò a Catania per motivi di lavoro. Mi alterno tra una vita da attrice e quella da artigiana. Quando non sono in sala prove sono nel mio laboratorio a cucire e a realizzare il mio piccolo sogno artigianale. Amo l'arte in tutte le sue forme e sogno una vita che sia continuamente sballottata tra queste forme.

Quando, come e perchè hai iniziato? Raccontaci la tua storia.
Sembrerà banale a dirsi, ma la mia attività è iniziata per caso. Frequentavo l'accademia d'arte drammatica di Catania e un giorno ci fecero uscire prima a causa di un guasto all'impianto elettrico. Così con le mie colleghe decidemmo di fare una passeggiata per la città. Per caso ci imbattemmo in un negozio di articoli artistici e lì mi venne l'idea di cominciare a sperimentare. Così comprai tutto il necessario.A quei tempi bevevo davvero tanto caffè ed avevo sempre un tremolìo alle mani e nessuno credeva che a causa di questo avrei avuto la pazienza di partire da zero e provarci. Mi ricordo che i primi tempi mi chiudevo nella mia stanzetta universitaria a creare quelli che, secondo me, erano dei bellissimi mostriciattoli, ma dalla faccia che facevano le mie coinquiline quando mostravo loro i miei primi risultati orgogliosa, erano solo dei mostriciattoli. Ma ho capito subito che questa strada non l'avrei mai abbandonata. Ho continuato a provare, a sperimentare, a sbagliare, fino a quando ho cominciato a crescere e a misurarmi quella che ero e quella che volevo diventare. Sono ancora oggi in continua evoluzione, non mi piace restare ferma dentro ad uno stile. Così sono passata dalla tecnica wire al collage su vetro, dal cucire fiorellini e pietre preziose al cucito vero e proprio di cui adesso sono innamorata, grazie anche alla persona che mi ha insegnato e seguita non smettendo mai di credere in me e nella mia attività artigianale.

Da dove trai ispirazione e come nascono le tue creazioni?
Durante la giornata penso spesso alla mia Bottega e a cosa mi piacerebbe fare e realizzare. Cerco sempre di inventarmi cose nuove che siano in linea col mio modo d'essere. L'ispirazione può metterci giorni o settimane ad arrivare, ma ci sono altre volte che si accende in testa una lampadina. In questi momenti succede che ovunque io mi trovi cerchi di appuntare quell'idea o quella suggestione per poterla sviluppare dopo. Mi è successo in pizzeria mentre ero a cena col mio fidanzato di pensare a delle collane che potessero abbinarsi alle mie fasce turbanti. Ho dovuto scrivere su un tovagliolino quell'ispirazione davanti la faccia incredula, ma rassegnata di lui. Ma le suggestioni non arrivano solo in questo modo. Oltre all'amore e alla dedizione che ho verso il mio progetto mi serve un continuo studio. In generale mi piace documentarmi, guardare immagini, ispirarmi, studiare i trend del momento. Ecco. La curiosità mi ispira continuamente.


Quali sono i tuoi obiettivi per il futuro?
Mi piacerebbe continuare ad alternarmi tra vita da attrice e vita da artigiana. Vorrei continuare a crescere con la mia Bottega, farne davvero un progetto di vita. Essere totalmente indipendente da chiunque altro e dipendente da me stessa e dalle mie capacità. E perché no, magari un giorno aprire una boutique!


Dietro le quinte di Atelier10 - Serena di SerenaDeGraziaDesign

Il mese di Novembre di solito non ci ricorda dei bei colori o delle giornate piene di sole quindi ci pensiamo noi di Atelier10. Oggi vi preseniamo un'artista davvero brava che fa parte della nostra meravigliosa squadra già da un po' di tempo. Siamo certi che vi innamorerete subito dei sui disegni bellissimi. Ecco a voi Serena De Grazia.

Chi sei, cosa fai e dove vivi?
Sono Serena De Grazia, ex avvocato e mamma di due bimbi, vivo a Vicenza ma sono orgogliosamente siciliana.

Quando, come e perchè hai iniziato? Raccontaci la tua storia.
Dopo la nascita della mia prima figlia e dopo aver lasciato (credevo momentaneamente) la mia professione, sentivo il bisogno di darmi da fare. Così ho deciso di mettermi in gioco e tentare una strada diversa, senza sapere bene dove mi avrebbe portato né cosa aspettarmi. Non avevo ben chiari i miei obiettivi, sapevo solo che volevo rendere nota la mia passione per il disegno e per le arti manuali.

Da dove trai ispirazione e come nascono le tue creazioni?
E' tutto molto istintivo, sento il desiderio di disegnare e lo faccio. Non c'è un tema preferito, anche se il fatto di ritrarre spesso animali potrebbe fare pensare diversamente. In effetti ho molte richieste in tal senso ed eseguire quel tipo di lavoro mi rilassa parecchio. Ma quando sono io a poter scegliere il soggetto, mi lascio guidare da un'immagine base che mi colpisce particolarmente per posa, colori o contrasto. Oggi è un disegno di una donna in carboncino, domani può essere un paesaggio in acquerello, spesso sono volti. Non è qualcosa di studiato, ma un forte impulso, quasi un bisogno di disegnare, riprodurre, colorare che mi fa stare bene quando lo soddisfo. Mi appaga totalmente!

Che tecniche utilizzi e quali materie prime impieghi per realizzare le tue creazioni?
Per i ritratti personalizzati utilizzo sempre matite, pastelli colorati e carboncini (principalmente Derwent, Caran D'Ache e CarbOthello) su carta liscia bianca o avorio della Canson e della Fabriano. Per i miei disegni oltre le matite a volte scelgo di lavorare con la china o con i pennarelli (Sharpie o Copic). Ultimamente utilizzo spesso gli acquerelli che ho piacevolmente riscoperto grazie ad un corso (Winsor&Newton in tubetto).

Dacci una piccola dritta tecnica o un trucchetto del mestiere da condividere con chi ci legge e si cimenta con la tua stessa tecnica creativa.
Quando inizio un lavoro o un percorso creativo scelgo sempre qualcosa che sia per me davvero stimolante e muova la mia voglia di cimentarmi. Per la mia esperienza, cominciare da un soggetto "facile" per paura di non essere in grado ma che non ispira potrebbe rendere più difficoltosa la riuscita del lavoro. Per chi è alle primissime armi e vuole un aiuto nella parte dello schizzo suggerisco di utilizzare il metodo della griglia, almeno le prime volte. Se ne trovano tanti esempi anche su internet.

Come e dove promuovi od esponi le tue creazioni?
In questo momento il mio canale principale è etsy, anche se curo molto la mia presenza sui social come facebook, instagram e pinterest. Ma sto lavorando anche ad una ristrutturazione del mio blog che presto si trasformerà in un sito vero e proprio.

Il contesto in cui vivi ha in qualche modo favorito o influenzato il tuo lavoro?
Il fatto di essere mamma e di voler ardentemente seguire in un certo modo i miei figli, mi ha permesso di potermi dedicare alla mia nuova attività fuori dai vincoli e dalle restrizioni di un impiego fisso, ovviamente con tutte le difficoltà che ci sono nel fare della tua casa il tuo posto di lavoro. Sono libera di gestirmi tra il mio lavoro e gli altri impegni, familiari e non, ma di contro c'è che non è mai ben chiaro quando finisca il mio lavoro e quando inizi la mia vita privata. Peraltro essere sul web è un pò come lavorare 24 ore su 24, ma ti dà anche la possibilità di essere in qualsiasi posto e poter comunque seguire i clienti e le varie cose da fare. Vivere a Vicenza inoltre mi stimola molto, perché per quanto sia una piccola cittadina, mi trasmette fiducia e incoraggiamento, spesso mi dà l'input giusto.

Quali sono i tuoi obiettivi per il futuro?
Ho in mente così tante cose che metterle in ordine risulta difficile persino a me!! Sicuramente voglio rafforzare la mia presenza sul web, che penso sia una grande risorsa al giorno d'oggi e merita di essere sfruttata fino in fondo. Ho anche in ballo delle collaborazioni interessanti e spero ne nascano delle altre. Spero anche di riuscire a trovare un luogo fisico tutto mio dove spostare la mia attività e così separare il lavoro dalla famiglia, un mio laboratorio stile soffitta artistica con veduta sulla Torre Eiffel (si, mi sto lasciando andare!!).

Prova spiegare cosa vuol dire per te la realtà dell'artigianato e dell'handmade, come se parlassi a qualcuno che non si è mai avvicinato a questa realtà.
Tutto quello che nasce dall'opera delle mani e non da produzioni seriali secondo me merita una particolare attenzione. Che sia un gioiello, una borsa o un quadro, comunque racchiude in sé le emozioni di chi lo ha creato. Rimango sempre affascinata quando viaggiando vedo artigiani destreggiarsi tra i loro tanti arnesi con dimestichezza e minuziosità, realizzando oggetti meravigliosi!

Cosa significa per te vendere ed acquistare handmade al giorno d'oggi?
Faccio parte di un'epoca in cui l'artigianato è fortemente diffuso e non perchè, come una volta, non si abbiano mezzi diversi. Stavolta è una scelta consapevole di chi vende e di chi acquista, segno di una sensibilità crescente verso ciò che nasce da mani e ingegno che operano insieme verso un unico obiettivo. Un ritorno gli antichi mestieri, alla conoscenza reale dei materiali e all'uso saggio e maestro di essi.

Aggiungi se vuoi qualcosa per te importante che non siamo riusciti a chiederti in maniera diretta durante questa intervista
Aggiungerei soltanto che questa mia nuova esperienza lavorativa mi ha davvero cambiata. Ha migliorato il mio modo di gestire il tempo, di approcciarmi agli impegni, ma soprattutto la mia visione della vita e di me. Mi sono improvvisata designer, fotografa, commerciale, web marketer e social media manager. Scrivo fluentemente in una lingua che non ho mai studiato e interagisco con persone sconosciute che vivono dall'altro lato del mondo. Onestamente me l'avessero detto prima, avrei risposto di non essere capace! Ma quando decidi di reinventarti, quando investi su te stessa e dai tutto per quello in cui credi, fai ricorso a tutte le risorse che hai perchè a seguire un sogno non si ha niente da perdere.


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Dietro le quinte di Atelier10 - Marisa di Marisa Becca

Vivere in una città meravigliosa come Bologna ha ispirato non poco la nostra Marisa nella creazione dei suoi pezzi unici. Non parliamo dell'ennesima creatrice di bijoux, ma di una donna che ricerca nuove tecniche, nuovi materiali e nuovi colori in maniera continuativa. Crescere e cambiare è una cosa meravigliosa. Ecco a voi il mondo di Marisa Becca.


Chi sei, cosa fai e dove vivi?
Sono Marisa, vivo a Bologna da molti anni ma sono nata in Sardegna

Quando, come e perchè hai iniziato? Raccontaci la tua storia.
Non ricordo neanche quando è iniziato. Molto tempo fa, per puro divertimento. Con tante interruzioni e riprese. Poi qualche anno fa il "creare" è diventato quasi una necessità. Ho ripreso in mano le pietre e non mi sono più fermata.

Da dove trai ispirazione e come nascono le tue creazioni?
Traggo ispirazione da qualunque cosa: dai colori della natura, dalle forme di monili antichi, dalle passeggiate in città, da quel che vedo intorno a me e che mi suggerisce una nuova soluzione ad un'idea che ho in mente.

Che tecniche utilizzi e quali materie prime impieghi per realizzare le tue creazioni?
Mi piace creare oggetti molto diversi e le tecniche di realizzazione possono andare dal semplice "assemblamento" di pezzi, in cui mi diverto a mescolare pietre e colori tra di loro, a cose un po' più complesse che richiedono la lavorazione del metallo: saldature, bruniture, fusioni, sino ad arrivare alla tecnica cosidetta "a cera persa", molto più complessa e impegnativa e forse la mia preferita, perchè consente di utilizzare anche il bronzo, un metallo che mi piace molto, e di creare potenzialmente qualsiasi forma.

Dacci una piccola dritta tecnica o un trucchetto del mestiere da condividere con chi ci legge e si cimenta con la tua stessa tecnica creativa.
Risposta difficile, io ho sempre l'impressione di avere ancora tutto da imparare... Non so se ci sono trucchetti del mestiere o furbizie particolari. L'unico consiglio che mi sentirei di dare è quello di provare e provare e riprovare. Nel lavoro artigianale è proprio l'esercizio manuale e gli innumerevoli tentativi che ti danno sicurezza. Quando questa era ancora solo una passione, mi aiutavo con i consigli dei fornitori o con i tutorial su Internet. Poi ho frequentato seminari con orafi per apprendere le tecniche orafe di base e la tecnica della cera persa.

Come e dove promuovi od esponi le tue creazioni?
Solo tramite il negozio online e sui social, per ora.

Il contesto in cui vivi ha in qualche modo favorito o influenzato il tuo lavoro?
Non saprei dirlo. In un certo momento della vita applicarmi a quersto lavoro è stato talmente urgente e impellente, per la necessità di fare qualcosa che sentissi totalmente mio, che penso avrei potuto essere in mezzo al deserto e trovare comunque la spinta necessaria. Però riconosco che avere la fortuna di vivere in una città poliedrica, viva e motivante come Bologna, può avere avuto il suo peso nel momento in cui mi sono trovata a chiedermi se potevo farcela, davanti al bivo dove scegliere se fare di questa passione il mio lavoro.

Quali sono i tuoi obiettivi per il futuro?
Vorrei continuare a crescere, possibilmente iniziando a vendere a negozi italiani ed esteri.


Prova spiegare cosa vuol dire per te la realtà dell'artigianato e dell'handmade, come se parlassi a qualcuno che non si è mai avvicinato a questa realtà.
E' un mondo che credevo quasi sparito, nel momento in cui ho iniziatoa farne parte ho scoperto invece che è una realtà che coivonge fortunatamente ancora molte persone. Non è facile e non è veloce riuscire a farne un vero lavoro, e partire sapendo che è una strada impegnativa è l'atteggiameno migliore per affrontarla.

Cosa significa per te vendere ed acquistare handmade al giorno d'oggi?
Significa scegliere un prodotto molto curato e realizzato con passione, ma anche fare una scelta etica di rispetto del lavoro altrui che può contribuire a cambiare le sorti della società in cui viviamo.


Aggiungi se vuoi qualcosa per te importante che non siamo riusciti a chiederti in maniera diretta durante questa intervista.
Se mi fosse stato chiesto come il mio lavoro ha cambiato la mia vita, avrei risposto che aver imparato a fare buone fotografie, scvrivere schede tecniche dei prodotti in due lingue, fare marketing e promozione sui social, relazionarmi con fornitori e clienti di ogni parte del mondo, superare gli ostacoli quotidiani e burocratici per arrivare a far indossare in ogni parte del mondo qualcosa che è uscito dalla mia testa, dalle mie mani, ha cambiato l'idea che avevo di me. In meglio. E' un percorso non solo professionale ma anche personale di grande crescita interiore.